…… ho iniziato a cantare quando avevo 4 anni con Gian come Maestro.
Non sapevo ancora leggere, ma mi scervellavo per seguire il saliscendi delle note sul rigo; mi sembrava di decifrare un codice!
Da quel momento non ho più smesso: cantare è stato parte della mia infanzia e sono convinta sia stato determinante nella creazione della persona che ancora oggi sto diventando.
Cantare in coro è per me qualcosa di necessario: è sfogo ed al contempo ordine.
Cantare in coro è terapia.
È chiudere il mondo fuori dalla sala delle prove, non importa cosa si canta, dove e davanti a chi.
Cantare in coro è magia.
Ci sono momenti, specie nella polifonia sacra, in cui l’intreccio dei suoni è talmente sopraffino che non si sente più il peso delle gambe e sembra quasi di innalzarsi.
A volte mi pare che non stiamo cantando, ma solamente riproducendo qualcosa che è sempre stato lì, latente. Una specie di ordine di sottofondo, di cui raramente ci si accorge.
Ed è lì che spesso emerge la silenziosa consapevolezza che tutto, ma proprio tutto, è perfetto così com’è.